Ruta

Ruta graveolens

Una delle molteplici piante presenti nel nostro orto botanico medioevale è la Ruta. All’interno dell’orto la si trova nel quadrante delle piante alchemiche/velenose in quanto risulta tossica in dosaggi moderati e abortiva nelle gestanti. Nonostante la sua tossicità moderata è oggi una pianta molto usata in liquoreria soprattutto per aromatizzare la grappa. Come riportato da Odone di Meung (sec. XI) nel De Viribus Herbarum, nel Medioevo il suo utilizzo era piuttosto ampio, soprattutto per le sue proprietà calorifere e secche. Si utilizzava per i problemi gastrointestinali, mal di petto, artrite e sciatica. Il suo olio tiepido si utilizzava per curare i tremori, mentre consumata cruda e fresca curava gli occhi dall’oscuramento.

Questa pianta non si delinea solo per le sue proprietà mediche ma viene citata soprattutto per il suo simbolismo ed esoterismo. E’ annoverata tra le erbe scaccia diavoli usata nella notte di San Giovanni, al pari dell’aglio e dell’artemisia. Nel medioevo si ponevano corone di ruta sulle tombe al fine di allontanare gli spiriti maligni. Successivamente nel Rinascimento venne chiamata Herba de fuga demonis e continuò ad essere utilizzata per le sue caratteristiche esoteriche fino al secolo scorso nelle zone rurali del centro Italia.

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