La Spiranthes spiralis è un’orchidea di difficile individuazione a causa della grandezza e forma della sua infiorescenza, grande come un filo d’erba.
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L’orchis purpurea è una specie poco variabile e facilmente riconoscibile per la sua statura imponente. E’ una delle orchidee più facili da individuare nel nostro territorio.
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L’ophrys bertolonii è una pianta poco robusta e non molto alta (max 25cm.). E’ presente in tutta la penisola centro-meridionale e in Sicilia.
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L’Orchis provinicialis è un’orchidea relativamente comune nella nostra provincia. E’ inserita nella lista rossa della flora italiana segnalata come LC (a minor rischio) di conseguenza è vietata l’eradicazione e la raccolta.
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L’Orchis simia è un’orchidea unica fra tutte le orchidee italiane, poiché si schiudono per primi i fiori posti alla sommità a differenza di tutte le altre orchidee la cui apertura avviene alla base.
E’ diffusa su tutto il territorio nazionale ad eccezione delle isole e della Valle d’Aosta.
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L’Orchis pauciflora è una specie nettamente calcicola che vegeta in stazioni sassose, in cespugli e ai lati della macchia e dei boschi, dai 0 ai 1800mt.
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L’anacamptis papilionacea è un’orchidea comune nel nostro territorio, ma il suo aspetto appariscente la rende una specie relativamente minacciata nonostante il numero di esemplari cospicuo. È presente in tutta la nazione ad eccezione del Trentino-Alto Adige; abbastanza comune nel resto d’italia ma un po' più rara al sud.
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L’anacamptis morio è una delle orchidee più comuni e diffuse in italia (ad eccezione della sardegna) la si può trovare prevalentemente in prati magri, uliveti, garighe e boschi luminosi, nel Reatino è presente praticamente ovunque dai laghi al massiccio del Terminillo fino ai 1900 metri
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«Mi ero seduto su un poggio da dove poter dominare con lo sguardo quanto accadeva. Enorme era l’afflusso e ordinatissimo: incitandosi l’un l’altra festevolmente, alcune di quelle donne, cinte d’erbe odorose e con le maniche rimboccate sul gomito, immergevano le loro candide mani e le braccia nell’acqua, sussurrandosi non so quali dolci parole in una lingua a me ignota.»
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L’ophrys sphegodes detta anche ofride verde-bruna, appartiene al genere “ophrys”la cui etimologia deriverebbe dal greco “sopracciglio” per la pelosità del labello.
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